“Tranquillo che hai tempo”: Ha ancora senso questa frase nel 2025?
Spesso nel periodo di fine liceo ci sentiamo ripetere con un tono quasi fastidioso “Tanto hai tempo per scegliere cosa fare dopo la scuola…”, ma è davvero così?
Magari per le generazioni passate questa affermazione poteva anche descrivere il vero, ma si può dire che valga lo stesso anche per le generazioni attuali?
Analizzando l’evoluzione della tecnologia a partire dagli anni 60 fino ad oggi, possiamo notare come quasi tutto ormai è vittima del progredire della tecnologia, tutto vuole essere più semplice, accessibile, comodo e soprattutto veloce.
Questa influenza non colpisce solo oggetti e servizi, ma sta cambiano completamente molti aspetti della società a cui eravamo abituati.
La facilità con cui ogni cosa oggi diventa obsoleta e priva di interesse è allarmante, oltretutto nell’ambito professionale di una persona.
Di conseguenza la frase “Tanto hai tempo” perde completamente di significato per le generazioni attuali e future.
Viviamo in un mondo dove il passo accelera in maniera esponenziale, nascono e muoiono figure e ambiti lavorativi di continuo e diventare obsoleti o addirittura inutili rischia di non essere un futuro così distopico. Quindi ha davvero senso prendersela “con calma”?
Non voglio cadere nell’allarmismo o estremizzare situazioni senza un valido motivo, ma credo che senza dare il giusto peso alle parole che potrebbero essere di grande valore per chi ci ascolta, specialmente in questo caso, o magari dando per scontati concetti che invece dovrebbero essere espressi insieme a questa affermazione, rischia di dare una concezione del mondo sbagliata a chi fruisce delle nostre parole.
L’opinione che abbraccio, e tutt’ora vivo le indecisioni di fine liceo, è che è vero che abbiamo tempo, ma non così tanto. Anche solo utilizzare questo timore come stimolo può essere utile, ma soprattutto ci mantiene consci dell’evoluzione che la nostra società sta subendo, ci mantiene al passo pronti a reagire a cambiamenti repentini che il futuro probabilmente ci riserverà.
D’altra parte seguendo questo punto di vista si rischia di cadere in crisi e ansie che potrebbero portare al raggiungimento dell’effetto completamente contrario a quello desiderato e finire in una sorta di burnout emotivo. Questa contrapposizione penso possa definire perfettamente il grande conflitto interiore che alcuni di noi vivono.
Non esisterà mai la risposta perfetta e forse basterebbe solo ascoltarsi di più, perché magari la soluzione ai nostri dubbi ce la ripetiamo tutti i giorni senza accorgercene.