Se alle elementari mamma avesse scelto la sezione A, piuttosto che la B, io e Carlotta saremmo ancora amiche; se Samuele non mi avesse lasciata, non sarei mai stata bocciata ritrovandomi in classe quell’antipatica di Agata; se non mi fossi intestardita a fare il dilatatore di 3 cm, ora non avrei un buco gigante e raggrinzito nel lobo sinistro; se…
Quanti “se” abbiamo detto in vita nostra?
Quante volte ci siamo chiesti come sarebbe andata se avessimo fatto scelte diverse, preso strade differenti, detto altro in quel momento…
Le decisioni che prendiamo determinano la nostra vita; è innegabile.
Da quelle che non dipendono da noi come, ad esempio, se ci è concesso o meno fare determinate cose quando siamo ancora sotto il “controllo” dei nostri genitori (il classico “Finchè abiti in questa casa, decido io”), a quelle che invece siamo noi stessi a prendere.
Quando non sei tu a scegliere, è piuttosto semplice, nel caso in cui la faccenda non andasse proprio nel migliore dei modi, accusare gli altri e prendersela con loro per essersi sbagliati, per averti “rovinato la vita”; ma quando sei tu, e solo tu, a dover decidere, la responsabilità è unicamente tua. É vero, ci potrebbero eventualmente essere dei consiglieri con cui spartire i sensi di colpa, ma l’artefice ha un nome ed un cognome e sono i tuoi.
Tutto ciò, penso rappresenti la più grande paura che l’essere umano possa avere: la paura di commettere errori nel prendere delle decisioni; ma al contempo è un argomento così intrigante ed affascinante che ha certamente portato chiunque a ragionarci su, almeno una volta.
Questo o quello? Mi butto? Scelgo con il cuore? con il cervello? Lo voglio davvero? E se poi me ne pento? Ma gli altri cosa farebbero al mio posto? Dai, fa niente, mi lascio guidare dall’istinto e vada come vada…
La persona che sono oggi, il mio bagaglio culturale, la mia personalità, il mio modo di vedere le cose, ragionare, ciò che mi affascina, le persone che frequento, il contesto in cui mi immergo quotidianamente sono in parte dettati dalle varie decisioni che ho preso, o sono state prese dagli altri per me, negli anni.
Un po’ come se stessimo facendo una maratona e ogni 5, 10, 100 metri ci trovassimo ad un bivio e dovessimo optare per uno dei due percorsi, senza sapere cosa ci aspetta e con il terrore di scartare quello giusto, siamo obbligati a scegliere in continuazione, a volte senza neanche avere il tempo di riflettere.
Poi si aggiungono gli altri, con le loro domande assillanti che ti fanno salire l’ansia alle stelle, con le loro insinuazioni che accrescono i dubbi presenti nella tua testa, con tutti i “se” e i “però” del caso che non hai più voglia di ascoltare… Ma perché mi tocca dover scegliere? Non posso avere entrambe le cose, godere di tutto senza dover rinunciare a qualcosa?
La risposta è ovviamente <<NO>>.
Non si può, ma il poter scegliere è un privilegio, qualcosa che non tutti hanno e bisogna essere onorati, lieti e coraggiosi: sono poche le cose irrevocabili perciò, quando ti trovi davanti a quel bivio, pensa che potrai sempre tornare indietro e cambiare strada e, anche se non potessi farlo, quel percorso ti avrà comunque formato tanto, da quel tracciato uscirai cresciuto e più consapevole.
So che te lo hanno già detto tutti, ma ogni fallimento porta con sé un insegnamento quindi non stare sempre lì a preoccuparti, a rimuginare, purtroppo non siamo degli indovini e il futuro ce lo creiamo quotidianamente.
Adesso che non sai cosa fare, che hai mille dubbi, pensa a chi sei, a cosa ti piace e scegli ciò che ritieni più giusto, senza timore.
La fine della scuola superiore porta con sé la necessità di dover prendere una decisione su cosa fare in seguito e, questo, è spesso fonte di preoccupazione e smarrimento perché, a diciotto anni, la maggior parte dei ragazzi non ha la minima idea di cosa vorrebbe ‘fare da grande’.
Se l’università al momento non risulta essere la tua scelta primaria, ma ti sembra ancora troppo presto per iniziare a lavorare, io ti consiglio di prendere in considerazione questo corso: valuta l’ampia gamma formativa offerta, l’accesso facilitato al mondo del lavoro e la possibilità di continuare ad acquisire nuove competenze in maniera alternativa rispetto al solito metodo tradizionale.
Nel corso ITS FITSTIC – come, in generale, in tutti i corsi ITS – l’approccio all’apprendimento è fondato sul ‘learning by doing’ (letteralmente: imparare facendo), cosa che contraddistingue questi percorsi da quelli universitari e aiuta a stimolare chi è meno propenso allo studio su carta e diapositive.
Scegliere il corso FITSTIC, piuttosto che una qualsiasi altra opzione, si ricollega sempre al tema della scelta e di quanto sia difficile prendere una decisione uscendo dalla propria zona di comfort e, anche, da quel sistema consueto che prevede: scuole medie, scuole superiori, università.
Il peso del giudizio altrui potrebbe condizionarti molto, oltre al fatto che si parla troppo poco di questi corsi per cui a molti sono sconosciuti, ma non abbatterti!
Per quanto mi riguarda, sono rimasta piacevolmente sorpresa e sono grata al FITSTIC per ciò che ha fatto per me e per come mi ha aiutata a crescere sia sul piano umano che professionale.
Ti propongo di analizzare attentamente il nostro blog, leggere gli articoli, scorrere il sito web e la pagina Instagram (@iolavoroincorso) in modo da farti un’idea più chiara e completa e riuscire a scegliere su una base di informazioni più solida.
Io ti auguro il meglio, auguratelo anche tu e affronta i cambiamenti con il sorriso perché, a volte, sono opportunità da non lasciarsi scappare.
P.s. Se questo articolo ti è piaciuto e l’argomento delle scelte ti appassiona, ti consiglio di leggere “La mia esperienza da studente fuorisede a Bologna” scritto da un mio compagno, Marcello Fincato, che tratta dell’importanza di scegliere, lo trovi sempre qui sul blog! 🙂
Io Lavoro In Corso è il blog degli studenti del McLuhan, corso its formativo della fondazione FITSTIC a Bologna. In questo articolo Meri Martinelli ci parla dell’importanza di scegliere.