Qual è il tuo lavoro dei sogni?
Questa forse è una delle domande più fastidiose da sentirsi fare, ma puntualmente ad ogni occasione familiare e lavorativa torna fuori, come erba cattiva. Personalmente detesto questa domanda, semplicemente perché per me è posta male. Tutti abbiamo delle passioni nella vita, alcuni più esplicite, altri meno, passioni che ricaviamo grazie all’esperienza. Sentirsi pressati con questa domanda aumenta solo l’ansia riguardo l’argomento che invece andrebbe trattato con una sensibilità particolare. Sviluppare passioni e interessi non è facile allo stesso modo per tutti, ognuno si scopre a proprio modo. Prendersi il giusto tempo per scoprirsi ed imparare a conoscersi è la chiave per reagire in modo positivo alle classiche domande del pranzo con i parenti.
Personalmente, grazie al mio percorso di studi, ho capito di essere interessato alla grafica ed alla comunicazione: sarebbe bello che queste passioni si trasformassero in un lavoro che mi renda felice e che mi porti ad aiutare gli altri con le mie capacità. Visto il contesto sociale e culturale di oggi penso che il “lavoro ideale” debba essere plurilaterale, cioè che ci permetta di toccare ambiti diversi e raggiungere molte persone. I miei personali obiettivi sono trovare soluzioni creative a problemi del cliente, arricchirmi culturalmente lavorando, viaggiare e soprattutto aiutare.
La motivazione
Non sono fan dei messaggi motivazionali, ma non è scontato sapere come farsi forza:
Spesso mi capita di sentirmi perso, come se quello che ho sempre fatto di colpo non mi prendesse più come prima.
In questi casi è importante non rimanere passivamente immersi nel malessere, ma cercare invece di capire dove sta il problema: accettare le nostre emozioni, riflettere e, se serve, cambiare qualcosa. Mi rendo sempre più conto che trovare una strada ed essere costanti nel seguirla è progressivamente più difficile. Da una parte abbiamo i genitori che ci dicono che siamo fortunati perchè ora è tutto più facile, abbiamo accesso molto più facilmente a tantissime informazioni e sembra impossibile contraddirli. Ma dall’altra parte ci siamo noi, immersi in una tempesta di stimoli che rendono il tutto più confuso e complicato.
Non è scontato comprendere questa cosa, capire il contesto e riuscire ad agevolare i ragazzi nella ricerca di un percorso adeguato.
Le strategie di adattamento
Una sfaccettatura molto frequente nelle nuove generazioni è l’attuazione di sempre più frequenti “coping mechanism”, in italiano: strategie di adattamento.
In psicologia, le strategie di adattamento si riferiscono ad una serie di processi psicologici messi in atto da un individuo per affrontare difficoltà emotive e relazionali al fine di gestire, attenuare o sopportare stress e conflitti. Attenzione, non è da confondere con “quella cosa che facciamo per sfogarci”. Un coping mechanism è qualcosa di più ripetitivo, quasi una dipendenza in alcuni casi, che noi sentiamo come totalmente normale da fare nelle nostre giornate:
- Ascoltare ripetutamente musica o fissarsi su un cantante
- Guardare assiduamente sempre lo stesso film
- Iniziare e finire di continuo la serie tv del cuore
- Frequentare continuamente la palestra
- Utilizzare l’umorismo per minimizzare una situazione stressante
Tutte queste cose sono totalmente normali, solo che per diverse persone possono diventare silenziose scorciatoie per ammutolire preoccupazioni o sopprimere un senso di stress più o meno latente. Io stesso ho i miei coping mechanisms.
Non mettiamoci fretta: va bene non sentirsi pronti per risolvere certe questioni e preoccupazioni che per noi sono pesanti, diamo tempo al tempo, spesso capiamo con calma che un problema enorme in realtà era solo una gigante e fragile bolla di sapone. Per un ragazzo è più facile riconoscere la cosa, per un genitore può darsi sia meno scontato.
Io ritengo che i social siano uno strumento molto utile per un adulto interessato ad imparare a rapportarsi con un giovane. È sempre più facile vedere Instagram o Tiktok più come minacce e distrazioni che come mezzi di comprensione.
Maggiori segnali un genitore riesce a cogliere, meglio riesce a comportarsi con i propri figli, mettendoli a proprio agio nel capire se stessi e superare gli ostacoli.
Lascio un articolo interessante che spiega i Coping Mechanisms: https://psiche.santagostino.it/il-coping-e-le-sue-strategie/