Tra gli ultimi argomenti che abbiamo studiato inerenti alle strategie di Marketing spicca il Benchmarking. Essa deriva dal termine inglese “benchmark” ovvero “punto di riferimento”.
In economia questo termine è riferito al prendere come punto di riferimento uno o più competitor per misurare la performance di un prodotto o attività aziendale.
Per un’impresa il benchmarking consiste infatti nell’analizzare il successo dei competitors. In questo modo si possono sfruttare le debolezze della concorrenza ed ottimizzare i propri punti di forza.
Possiamo quindi dire che le aziende utilizzano il Benchmarking principalmente per:
I punti principali dell’iter di creazione del benchmarking sono i seguenti:
In base all’oggetto dell’analisi, si possono distinguere quattro tipologie principali di benchmarking:
Si caratterizza per essere l’unica tipologia di benchmarking che non si basa sulla comparazione con altre aziende. Questo costituisce anche il suo principale svantaggio, poiché le best practice generalmente hanno luogo al di fuori dell’azienda. D’altra parte il benchmarking interno permette all’azienda di conoscere in modo approfondito la propria realtà organizzativa, individuare le unità operative che richiedono dei miglioramenti, stabilire degli standard interni e definire i modi per raggiungerli.
É basato sul confronto tra imprese che si fanno concorrenza in uno stesso mercato. Questo tipo di analisi risulta difficile da mettere in pratica poiché le aziende difficilmente condividono strategie e dati interni. Tuttavia, dove risulta attuabile, il benchmarking competitivo permette di acquisire dalle principali aziende concorrenti importanti informazioni. Principalmente sui processi e sulle strategie che hanno generato i risultati, in modo da favorire la comprensione dei fattori che hanno determinato il vantaggio competitivo in un dato mercato.
Prevede un confronto con altre aziende che operano nello stesso settore o anche in settori diversi ma che eccellono in una specifica area funzionale. Questo tipo di analisi consente maggiori probabilità di ottenere risultati concreti. Si tratta, infatti, di indagini più ampie poiché condotte su concorrenti funzionali o imprese leader, che sono spesso all’origine di un’applicazione più innovativa delle prassi e dei metodi appresi attraverso lo studio delle best practice. Il principale svantaggio del benchmarking funzionale risiede nella difficoltà di trasferire prassi e metodi da un contesto all’altro.
Questa tipologia assume come oggetto di riferimento l’analisi dell’impresa riconosciuta come la migliore in assoluto in un particolare campo di interesse. Tale tipologia di benchmarking è la più difficile da applicare per l’oggettiva difficoltà di effettuare una corretta comparazione tra imprese che possono essere anche molto diverse tra loro.
Fino ad ora abbiamo avuto la possibilità di affrontare l’argomento solo sotto un punto di vista teorico. Con l’ottica futura di implementare teoria e pratica, non vediamo l’ora di poter concretizzare ciò che abbiamo appreso.
Per conoscere altri argomenti che studiamo, ti suggeriamo di leggere l’articolo sugli stili di negoziazione di Alice, una collega del McLuhan9.
Io Lavoro In Corso è il blog degli studenti del McLuhan, corso its formativo della fondazione FITSTIC a Bologna. In questo articolo Nicola Malenotti ci parla di quello che ha imparato sul benchmarking, uno strumento di analisi che si sta diffondendo tra ogni tipo di realtà aziendale.